Finalmente è arrivato l’autunno. Cominciavano a mancarmi i suoi colori, i biscotti fatti in casa e i film/serie tv da divano & copertina (a proposito, il 24 esce in Italia il film di Downton Abbey: se sei una fan di Lady Violet l’avrai già in agenda, se non conosci i Grantham ma ti interessa la storia del costume dai un’occhiata qui e qui).
Dell’autunno a me piace soprattutto la luce, calda e liquida. “Come un vino”, scrive Fabio Tombari nei suoi Mesi, un distillato di tradizioni, arti, sapori e paesaggi nostrani di cui non ho ancora trovato l’eguale. Ottantasei pagine (edizione IPL, Milano 1971) scritte in una lingua capace di evocare i temporali, come la musica di Rossini, che però – lette oggi, nell’anno di Greta – ti lasciano il rimpianto di “quando c’erano le stagioni”.
Sulla casa di Fabio (Tombari) e l’Angela (Busetto, sua moglie) ho scritto qualche anno fa; I Mesi del 1971 si trovano ormai solo su ebay o dai remainder ma puoi leggerli online qui in una versione leggermente differente (I edizione?).
“Ricorda col cuore, non con la mente. Come i cervi”. Per me non c’è poi tanta differenza tra ricordare (cuore) e rammentare (mente), ma di queste righe con le quali Tombari chiude Settembre mi ha sempre colpito il suono decisivo. E infatti le ho inserite anche nel Piccolo libro di Mnemosine, il mio regalo di benvenuto agli iscritti alla newsletter (lo trovi nella Soffitta di Jo; la password è in tutti i numeri di Mnemosine).

Aggiornamento del 4 novembre
Giusto perché non mi piace lasciare le cose a metà: Downton Abbey (vedi Mnemosine n. 1/ottobre 2019) non è un capolavoro, nessuno se lo aspettava, credo, ma considerato come un divertissement ha un suo perché. Nei dettagli, come al solito: i costumi, certi esterni che sul grande schermo si apprezzano meglio (il negozio di Mr Bakewell, per esempio) e – ma questo non è un dettaglio – negli impareggiabili Lady Violet/Maggie Smith e Mr. Carson/Jim Carter, stavolta accompagnato dalla (vera) moglie Imelda Staunton nelle vesti di Lady Bagshaw. Altissimo artigianato di solida tradizione e davanti a un mestiere così: chapeau.
In alto: dal lontano 2001 un dettaglio di Fragmenti, Rosso, 1, un mio lavoro ispirato da Ottobre; la foto è di Lorenzo Uccellini – Di Loreto