Il culto della memoria non serve sempre la giustizia: non è nemmeno favorevole alla memoria stessa… Oggi non ci sono più rastrellamenti di ebrei, né campi di sterminio. Noi dobbiamo tuttavia mantenere viva la memoria del passato: non per chiedere risarcimenti per l’offesa subita, ma per essere attenti a situazioni nuove e tuttavia analoghe. Il razzismo, la xenofobia, l’esclusione che colpiscono gli altri non sono identici a quelli di cinquanta, cento o di duecento anni fa; nondimeno dobbiamo, in nome di questo passato, agire sul presente
Tzvetan Todorov, Gli abusi della memoria, Meltemi 2018
Oggi è la Giornata della Memoria e, anche se da tempo mi interrogo sull’efficacia di certe celebrazioni, ho pensato che una newsletter intitolata Mnemosine non può trascurare il 27 gennaio.
Credo di non poter aggiungere nulla di significativo sulla Shoah e ti propongo la storia di Ilde Donati, che mi torna in mente quando sento parlare di Memoria con la maiuscola.
Di Ilde, nata a Montelabbate (Pesaro e Urbino) nel 1905, morta con la sua famiglia nella strage di Sant’Anna di Stazzema (Lucca) nell’agosto 1944, ho già parlato in un paio di occasioni. Di recente ho provato ad approfondire, seguendo l’idea che personalizzare la Storia renda più facile comprendere il senso vero delle innumerevoli Giornate ‘per non dimenticare’.
Di Ilde, nata a Montelabbate (Pesaro e Urbino) nel 1905, morta con la sua famiglia nella strage di Sant’Anna di Stazzema (Lucca) nell’agosto 1944, ho già parlato in un paio di occasioni. Di recente ho provato ad approfondire, seguendo l’idea che personalizzare la Storia renda più facile comprendere il senso vero delle innumerevoli Giornate ‘per non dimenticare’.

Ilde. Montelabbate, 1905 - Sant'Anna di stazzema, 1944
La storia di Ilde Donati, morta con il marito Luigi Scipioni e i figli Mario e Giuseppe nell'eccidio di Sant'Anna di Stazzema il 12 agosto 1944