Ieri è stata la Candelora, ricorrenza cara ai proverbi che per me – indipendentemente dal clima, dentro o fuori l’inverno, e dai pronostici della marmotta – vale “il letargo volge al termine”. Le giornate si allungano, le sette di mattina sono ancora grigiognole ma dalle finestre entra il profumo della mimosa, insomma, si comincia a pensare alla primavera.
"Anche se la nostra eredità è incerta, non possiamo rinunciare al gesto di trasmettere.
Nathalie Sarthou-Lajus, L’arte di trasmettere (Qiqajon, 2018)
In gennaio, anche per via del lavoro fatto sulla storia di Ilde Donati (grazie a quanti l’hanno letta, davvero tanti), ho approfondito la riflessione su come trasmettere la memoria. Negli ultimi giorni si è molto parlato di quel 15% di italiani convinti che la Shoah non sia mai esistita (nel 2004 erano il 2,7%, Rapporto Eurispes). Eppure Facebook è intasato di amarcord, cliccati sull’onda di un vago senso di nostalgia (non ci addentriamo sulla qualità dei meme o sul potere dell’algoritmo): gettoni telefonici, pubblicità anni ’60, anziane signore intente a fare la calza davanti alla porta di casa in un’Italia da Cinico TV – chi se lo ricorda, a proposito? Con ogni probabilità quelle signore hanno visto la guerra e non trovavano nulla di pittoresco nel pane di ghiande con cui erano costrette a nutrirsi: se ci si pensasse, mi dico, il clic avrebbe forse un sentore di consapevolezza? (Scusa la severità, è solo che provo a dare il mio contributo per arginare la deriva).
Ricordati di te. Viaggio nella memoria per scoprire chi sei
Consapevolezza: ho pensato di cominciare da qui, e ti propongo un laboratorio per ragionare sul valore che la memoria ha per ognuno di noi.
Un sabato insieme – la prima data utile è il 22 febbraio – per giocare con i ricordi, alla ricerca del tempo perduto; un piccolo retreat per goderci qualche ora al riparo da cellulari e notifiche e ritrovarci nell’incanto di un colore, un sapore, una fotografia.
Cominceremo alle 9.30 con un caffè di benvenuto e proseguiremo fino alle 17.30 circa attraverso 7 moduli, scanditi da pause golose; lavoreremo con carta, colori, forbici e colla (sì, anche glitter) per creare un ‘memory-kit’ al quale ricorrere quando siamo in cerca di ispirazione. Minimo 5 persone, massimo 10, per mantenere la concentrazione e facilitare la condivisione del percorso.
Effetti collaterali: aprire senza sensi di colpa (ah, Marie Kondo!) quel cassetto ricolmo di minuscoli, inestimabili tesori che gli stolti si ostinano a chiamare cianfrusaglie, sorridere ineffabili di fronte alla polvere che si leva dalla collezione di boules à neige, allenare il nostro sguardo a decifrare le storie custodite negli album di famiglia.


Aggiornamento (Primavera 2020)
L’edizione del workshop di marzo 2020 è stata annullata, ma circa un mese dopo si è trasformato nel diario creativo Ti ricordi?
