Album di famiglia - Collezione Cristina Ortolani

Buoni propositi: “stampa foto” (per un album di famiglia)

Come ogni anno "stampa foto" compare in testa alla lista dei buoni propositi. Sarà la volta buona? (Spoiler: ci sono ragionevoli probabilità di successo).

Sono liste-dipendente ma a quella dei buoni propositi ormai ho rinunciato: tra il tavolo di cucina e il frigorifero tengo un elenco ‘generalista’ di cose da fare sul lungo periodo. Mi pare più realistico, ogni tanto riesco persino a depennare qualche voce. Al primo posto c’è “stampa foto”, che da anni ormai ha sostituito ridurre i carboidrati, camminare mezz’ora al giorno e rimettere le cose in ordine subito dopo averle adoperate. Tralascio le immagini archiviate per lavoro (quanti dvd illeggibili) e penso alla cartella “Album personale” su due dei miei cinque hard disk. Le ultime fotografie che ho stampato e raccolto sistematicamente, dunque che hanno qualche probabilità di essere ricordate, risalgono al 2007. Viaggi, mostre, risate: certo, la memoria non è affidata a un rettangolo di carta avviato a scolorirsi, ma un appiglio è indispensabile. Anche perché tra usa-e-getta e cloud le tracce che lasceremo mi sembrano misere davvero. “Stiamo perdendo una parte enorme della nostra storia”: questa dichiarazione di Vint Cerf, pioniere del web, è datata 2015 e ha girato siti e bacheche di mezzo mondo, ma l’idea di una memoria che “evapora” se affidata alla sola conservazione digitale mi sembra ancora di gran moda.

 

Nella foto in alto: un album di famiglia italiano databile tra fine ‘800 e inizio ‘900 (dalla mia collezione). Sul tema della conservazione delle immagini puoi leggere anche l’articolo di Walter Vannini pubblicato sul Dircefoglio n. 2 (dicembre 2016).

Aggiornamento della primavera 2021. Il mantra “Stampa foto” è uscito dal limbo dei “Buoni propositi” per approdare sulle pagine di Ti ricordi? Il diario creativo per collezionare momenti felici. Lo trovi in versione digitale su Amazon o come vero-libro-di-carta anche qui.

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